dimarts, 21 de juny del 2016

Monti: 'Cameron ha destruido el trabajo de una generación de europeos con su abuso de poder democrático'


LA STAMPA.- «Cameron? Ha abusato della democrazia». Il professor Mario Monti sbarca al Lido di Venezia per il Consiglio per le Relazioni fra Italia e Stati Uniti, molto determinato. Indossa i panni del difensore dell’Unione europea, delle sue regole, che pure critica per non essere riuscite a evitare un gap sociale fra i cittadini e l’élite, ma che hanno comunque consentito a milioni di persone di vivere «protetti dallo strapotere degli Stati nazione». A pochi giorni dal referendum sulla Brexit, l’ex premier e già commissario al Mercato interno lancia fiondate al Primo Ministro conservatore. Lo dice parlando a una platea di analisti, esperti, economisti italiani e stranieri e lo ripete poi nei corridoi della splendida cornice dell’hotel Excelsior. «Il gioco di Cameron - dice Monti - è tutto volto al mantenimento del potere». I leader tentano di ritardare, anche nei regime democratici, l’uscita di scena, nulla di male. Ma Cameron - argomenta il professore - ha avuto un solo fine quando nel 2012 ha deciso che avrebbe negoziato con la Ue un trattamento migliore del Regno Unito e poi sottoposto l’esito dei negoziati al volere del popolo. «Non sono d’accordo con chi dice che questo referendum è una splendida forma di espressione democratica. Le dico di più. Sono contento che la nostra Costituzione, quella vigente e quella che forse verrà, non prevede la consultazione popolare per la ratifica dei Trattati internazionali».

Cameron, è l’accusa di Monti, non ha deciso di far scegliere gli inglesi «per il bene della Ue, e nemmeno per gli interessi del Regno Unito, e aggiungerei nemmeno per quelli del Partito conservatore. È stata tutta una partita per levarsi d’impiccio il blocco euroscettico fra i Tory e rafforzare la leadership. Per questo ho parlato di abuso della democrazia». La mossa rischia di aprire una corsa alle rivendicazioni al di qua della Manica. Colpa anche degli stessi Paesi membri, lascia capire l’ex premier che ricorda come negoziando le condizioni con Londra da sottoporre al giudizio dei cittadini, alla fine Bruxelles abbia lasciato la finestra aperta a qualsiasi tipo di ricatto. «Le conseguenze del voto, indipendentemente dall’esito, sono pesanti per l’Unione stessa. Non dobbiamo illuderci; se anche il Regno Unito votasse per restare, ormai c’è un precedente», è la lettura di Monti. Che spiega. «Cosa succederebbe se altri Stati decidessero di intraprendere un cammino simile a quello britannico? Un qualche Paese dell’Est o altri. Che si dice loro? Siete piccoli, non potete chiedere queste cose?». Che siano autonomia, o sconti sui contributi da versare o flessibilità maggiore sui conti pubblici.
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